Centri estivi, le modalità di spesa delle risorse assegnate ai Comuni

Il Dipartimento per le politiche della famiglia, con messaggio n. 1 dell’8 luglio 2020 fornisce indicazioni in merito alle modalità di spesa delle risorse assegnate ai Comuni, ai sensi dell’art. 105 del D.L. n. 34/2020 (interventi per il potenziamento dei centri estivi diurni, dei servizi socio-educativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa destinati alle attività di bambini e bambine fino a 16 anni di età, per i mesi da giugno a settembre 2020). Il Dipartimento ricorda che l’intento del legislatore, con la previsione “interventi, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, di potenziamento dei centri…”, è quello di consentire il supporto e l’ampliamento dell’offerta dei servizi, mediante l’avvio o la prosecuzione di iniziative realizzate dal Comune beneficiario del finanziamento direttamente o in collaborazione con enti pubblici e privati. Pertanto, le famiglie devono essere intese come beneficiari “indiretti” dell’intervento legislativo.

Tramite le risorse ricevute, i Comuni beneficiari del finanziamento statale potranno, a titolo meramente esemplificativo:

  1. acquistare beni e servizi, direttamente o tramite una procedura di appalto prevista dalla normativa vigente in materia di appalti pubblici, con funzione strumentale rispetto agli interventi da realizzare per il potenziamento dei centri estivi (es. strutture mobili per ospitare le attività all’aria aperta per i bambini, servizi di sanificazione degli spazi, utilizzazione di personale aggiuntivo, acquisizione di strumenti, mezzi, servizi per la ristorazione);
  2. prevedere atti, quali protocolli, intese, convenzioni o contratti, secondo la normativa vigente, con altri enti pubblici e privati (ad esempio altri Comuni, ed enti più dettagliatamente indicati dal decreto di riparto, quali servizi educativi per l’infanzia e scuole dell’infanzia paritari, scuole paritarie di ogni ordine e grado, enti del terzo settore, imprese sociali ed enti ecclesiastici e di culto dotati di personalità giuridica), finalizzati a disciplinare la collaborazione, anche sotto il profilo economico o l’affidamento in gestione, per la realizzazione degli interventi previsti dalla legge;
  3. realizzare interventi di costruzione, ristrutturazione o riorganizzazione di strutture e spazi dedicati a ospitare i bambini per le attività estive.

Si ricorda che l’utilizzo delle risorse assegnate sarà monitorato dal Dipartimento per le politiche della famiglia sulla base della documentazione fornita da ciascun Comune come previsto dall’articolo 2, comma 7, del decreto 25 giugno 2020.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

Rinegoziazione dei contratti di locazione passiva di immobili di proprietà privata

Con deliberazione n. 40/2020, la Corte dei conti, Sez. Piemonte, si è espressa sulla portata applicativa delle disposizioni di cui all’art. 1, commi 616 e seguenti, della legge n. 160/2019 (legge di bilancio 2020), che attribuiscono, espressamente, alle amministrazioni dello Stato (specificando a titolo esemplificativo la Presidenza del Consiglio dei ministri, le agenzie anche fiscali, compresa l’Agenzia del demanio, nonché gli organi di rilevanza costituzionale) la facoltà di procedere alla rinegoziazione dei contratti di locazione passiva di immobili di proprietà privata, in corso alla data di entrata in vigore della legge, con lo scopo di ottenere, da una parte, l’allungamento dei termini di durata del contratto, e, dall’altra, il conseguimento di risparmi di spesa attraverso la riduzione del canone di locazione.
L’art. 1, comma 616 dispone che al fine di conseguire ulteriori risparmi di spesa connessi ai contratti di locazione passiva in immobili di proprietà privata, le amministrazioni dello Stato di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, incluse la Presidenza del Consiglio dei ministri e le agenzie, anche fiscali compresa l’Agenzia del demanio, nonché gli organi di rilevanza costituzionale, possono procedere, ferme restando le disposizioni di cui ai commi da 1 a 6 dell’articolo 3 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e laddove conveniente, alla rinegoziazione dei contratti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, alle condizioni e nei termini previsti dal comma 617”. Il successivo comma 617 disciplina le condizioni e i termini della rinegoziazione, consistenti nella verifica con l’Agenzia del demanio della convenienza della rinegoziazione e nella proposta, entro centocinquanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, della rinegoziazione del contratto in corso mediante la stipula di un nuovo contratto della durata di nove anni a fronte di un canone annuo commisurato al valore minimo locativo, fissato dall’Osservatorio del mercato immobiliare, ridotto del 15 per cento. Infine, il comma 618 prevede che, entro trenta giorni dal ricevimento della proposta di rinegoziazione, il privato potrà scegliere se accettarla e, in caso contrario, il contratto vigente continua a produrre effetti fino alla naturale scadenza.
Secondo la Corte dei Conti, l’espressione “amministrazioni di Stato”, letteralmente, non include tutte le altre p.a. annoverate dall’art. 1, comma 2 del d.lgs. 165/2001; tutte le volte in cui il legislatore nazionale ha voluto far riferimento, in generale, alle amministrazioni pubbliche ha richiamato espressamente l’art. 1, comma 2 del d.lgs. 165/2001, senza alcuna espressa limitazione. Pertanto, secondo i giudici, l’interpretazione letterale e logica dell’art. 1, comma 616, della legge n. 160 del 27/12/2019 induce a ritenere che la disposizione faccia riferimento esclusivamente alle amministrazioni dello Stato, non anche alle P.A. (tra cui gli enti locali) di cui all’art. 1, comma 2 del d.lgs. 165/2001.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

 

La sterilizzazione del fondo anticipazioni di liquidità

Con sentenza n. 4 del 28.1.2020 la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 2, comma 6, del DL. n. 78/2015, convertito, con modificazioni, nella legge n. 125/2015, e dell’art. 1, comma 814, della legge n. 205/2017 per contrasto con gli artt. 81, 97, primo comma, e 119, sesto comma, della Costituzione.
Si ricorda che l’art. 2, comma 6 consentiva agli enti destinatari delle anticipazioni di liquidità di utilizzare la quota del FAL accantonata nel risultato di amministrazione a seguito dell’acquisizione delle erogazioni, ai fini dell’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità nel risultato di amministrazione, mentre l’art. 1, comma 814, della legge n. 205 del 2017 (norma di interpretazione autentica dell’art. 2, comma 6, del D.L. 19 giugno 2015, n. 78)  concedeva di utilizzare la quota accantonata nel risultato di amministrazione a seguito dell’acquisizione delle erogazioni, ai fini dell’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità nel risultato di amministrazione, anche con effetti sulle risultanze finali esposte nell’allegato 5/2 annesso al D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118, a seguito del riaccertamento straordinario dei residui, nonché sul ripiano del disavanzo previsto dal comma 13 del medesimo articolo, limitatamente ai soli enti che avessero approvato il suddetto riaccertamento straordinario a decorrere dal 20 maggio 2015.
Nella sentenza 4/2019 la Corte Costituzionale, soffermandosi sulle operazioni da eseguire al fine di ovviare agli effetti della pronuncia, ha precisato che “Con riguardo alla situazione venutasi a creare a causa della non corretta contabilizzazione delle anticipazioni di liquidità e dell’extradeficit presumibilmente generato dalla gestione posta in atto nelle more della presente decisione (non risulta allo stato degli atti la realizzazione di alcuna economia in grado di compensare l’allargamento della spesa), l’ente locale dovrà avviare il necessario risanamento nei termini di legge. È chiaro che in un simile contesto non è affatto necessario che l’amministrazione comunale riapprovi – risalendo all’indietro – tutti i bilanci antecedenti alla presente pronuncia, essendo sufficiente che siano ridefinite correttamente tutte le espressioni finanziarie patologiche prodottesi nel tempo, applicando a ciascuna di esse i rimedi giuridici consentiti nel periodo di riferimento, in modo da ricalcolare il risultato di amministrazione secondo i canoni di legge”.
A seguito della sentenza della Corte costituzione, durante l’iter parlamentare di conversione in legge del DL 30.12.2019, n. 162 (c.d. decreto milleproroghe), è stato inserito l’art. 39-ter, rubricato «Disciplina del fondo anticipazione di liquidità degli enti locali», il quale:

  • dispone che, in sede di approvazione del rendiconto 2019, gli enti locali accantonino il fondo anticipazione di liquidità nel risultato di amministrazione al 31.12.2019 (comma 1);
  • introduce una misura che consente gradualità nel ripiano del peggioramento del disavanzo 2019 determinato dall’accantonamento al fondo anticipazione di liquidità rispetto l’esercizio precedente (comma 2);
  • detta una nuova disciplina sulle modalità di utilizzo del fondo di anticipazione liquidità (comma 3);
  • precisa che la quota del risultato di amministrazione accantonata nel fondo anticipazione di liquidità sia applicata al bilancio di previsione anche da parte degli enti in disavanzo di amministrazione (comma 4).

Di fatto, la norma consente agli enti locali di sterilizzare gli effetti sul risultato di amministrazione del finanziamento della quota capitale oggetto di restituzione annuale, mediante la contropartita da stanziare in entrata sub specie di “utilizzo del risultato di amministrazione” (espressione che designa, in sostanza, un mero accantonamento contabile utile a preservare il pareggio finanziario di competenza), operando simmetricamente alle registrazioni contabili che consentono di neutralizzare gli effetti dell’accertamento dell’anticipazione nell’esercizio della sua concessione.
In merito all’eventuale peggioramento del disavanzo di amministrazione al 31 dicembre 2019, per effetto dell’accantonamento a Fondo anticipazioni di liquidità dell’importo complessivo incassato e ancora non rimborsato, la Corte dei conti, Sez. Molise, con deliberazione n. 44/2020, offre utili indicazioni operative in ordine alle modalità di ripiano del disavanzo medesimo, secondo la ratio ispiratrice della disciplina prevista dall’art. 39-ter del D.L. 162/2019. Preliminarmente la Corte osserva che la norma non può, né deve intendersi come introduttiva della facoltà di sottostimare, attraverso la strumentale tenuta di più disavanzi, l’accantonamento annuale finalizzato al risanamento e, conseguentemente, di peggiorare, anziché migliorare, nel tempo del preteso riequilibrio, il risultato di amministrazione, poiché qualunque disposizione che consentisse di considerare separatamente più disavanzi di amministrazione, calcolando la quota di accantonamento – ai fini del risanamento – indipendentemente dall’entità complessiva del deficit dovrebbe ritenersi inesorabilmente incostituzionale.

Al fine di consentire il ripiano del disavanzo nel più ampio termine di cui alla previsione normativa, è necessario, secondo la Corte, operare il confronto tra il disavanzo complessivo determinato a rendiconto 2019 con il saldo 2018 non diminuito dall’accantonamento. Determinato il disavanzo è possibile distinguere tra diverse ipotesi:

  1. Emersione del disavanzo solo a decorrere dal rendiconto 2019, di importo inferiore o pari all’incremento dell’accantonamento al FAL: Tale “incremento”, di regola, coincide con la complessiva anticipazione da restituire al 31 dicembre 2019, salvi i casi – in verità, del tutto asistematici – di “utilizzazione” parziale della facoltà consentita dalle norme poi dichiarate costituzionalmente illegittime, in ragione di un FAL di importo superiore al FCDE;
  2. Emersione del disavanzo solo a decorrere dal rendiconto 2019, di importo superiore all’incremento dell’accantonamento al FAL: in aggiunta alla quota pari alla sorta capitale annua dell’anticipazione da rimborsare, occorre considerare un’ulteriore quota relativa alla parte di disavanzo superiore all’ “incremento dell’accantonamento”. Tuttavia, quest’ultima quota, non operando per essa la norma derogatoria introdotta dall’articolo 39-ter, sarà assoggettata alle ordinarie regole in materia di periodo di ripiano (di regola triennale, tenuto conto della sua emersione a decorrere dal 2019 e della previsione dell’articolo 188 TUEL).
  3. Peggioramento del disavanzo entro l’incremento dell’accantonamento a FAL: se non risulta superato il limite dato dall’incremento dell’accantonamento al fondo anticipazione di liquidità, il Legislatore consente di determinare le quote in misura pari all’importo annualmente rimborsato dell’anticipazione, con la conseguente possibilità di estendere il periodo di ripiano fino a farlo coincidere con il totale degli esercizi di restituzione dell’anticipazione ancora da rimborsare al 31 dicembre 2019. L’ente locale sarà tenuto a iscrivere in bilancio, come prima voce della spesa, sia la quota di ripiano corrispondente all’importo della rata di anticipazione da rimborsare e riferita al peggioramento del disavanzo, sia le quote di recupero del risultato negativo precedente al 2019 ancora non ripianate, per queste ultime continuando ad applicarsi le ordinarie regole che disciplinavano l’arco temporale di ripiano in ragione della natura del disavanzo;
  4. peggioramento del disavanzo oltre l’incremento dell’accantonamento a FAL. Occorre considerare nel calcolo del disavanzo complessivo da applicare nell’esercizio 2020 e nei successivi, in aggiunta alla quota pari alla sorta capitale annua dell’anticipazione da rimborsare, l’ulteriore quota relativa alla parte di disavanzo superiore all’ “incremento dell’accantonamento” (assoggettata alle ordinarie regole in materia di periodo di ripiano, non operando per essa la norma derogatoria introdotta dall’articolo 39-ter). In sede di quantificazione dell’importo da iscrivere, come prima voce di spesa, nei bilanci di previsione 2020-2022 e successivi, l’ente locale sarà tenuto a distinguere idealmente tre valori parziali, rispettivamente corrispondenti alle quote di recupero del disavanzo originario ancora non ripianate, alla rata annuale dell’anticipazione da rimborsare e all’ulteriore somma riferita alla parte di disavanzo superiore all’ “incremento dell’accantonamento”, ciascuno dei quali seguirà le regole riguardanti il rispettivo periodo di ripiano.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

 

Emanata la Circolare contenente le istruzioni operative per la comunicazione dei proventi da sanzioni al CDS

È stata emanata dal Ministero dell’Interno – Dipartimento degli Affari Interni e Territoriali – la Circolare F.L. n. 14 del 9 luglio 2020 recante le Istruzioni operative riguardanti l’inserimento dei dati nella piattaforma informatica in osservanza alle disposizioni di cui all’articolo 2, comma 2, del Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il Ministero dell’Interno n. 608 del 30 dicembre 2019. Si ricorda che sulle medesime istruzioni la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, nella seduta del 23 giugno scorso, ha espresso parere favorevole.
La Circolare fornisce le istruzioni per la trasmissione della relazione, a regime, che ciascun ente è tenuto ad inviare entro il termine del 31 maggio di ciascun anno, con l’eccezione prevista in sede di prima applicazione, stabilita al 30 settembre 2020, e per le annualità pregresse che riguardano gli anni dal 2012 al 2018.
La comunicazione dati finanziari dovrà essere effettuata tramite piattaforma telematica, che sarà accessibile per il mese di settembre e, per gli enti ritardatari, l’applicazione sarà disponibile anche per il mese di ottobre. L’ente dovrà utilizzare esclusivamente il modello informatico che riproduce l’allegato A) del decreto interministeriale.
La relazione riferita ai dati delle annualità precedenti (2012-2018) dovrà essere inviata via mail (al seguente indirizzo renato.beretta@interno.it), sempre secondo lo schema di cui all’allegato A) del decreto, con la seguente tempistica:

  • anni 2012 e 2013 da presentare entro il 31 gennaio 2021;
  • anni 2014 e 2015 da presentare entro il 30 giugno 2021;
  • anni 2016 e 2017 da presentare entro il 31 dicembre 2021;
  • anno 2018 da presentare entro il 31 marzo 2022.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

Nuova procedura internet relativa al controllo degli incarichi dichiarati dai revisori degli enti locali

Il Ministero dell’Interno, con comunicato del 10 luglio 2020, informa che nella pagina internet dedicata all’Elenco dei revisori dei conti degli enti locali, nella sezione Elenco revisori è stata attivata una nuova funzione che consente di visualizzare la situazione relativa al controllo operato dall’ufficio in merito agli incarichi dichiarati dai revisori per l’accesso alle fasce 2 e 3.
Inserendo il nominativo del singolo revisore, con l’apertura del “dettaglio”, a fianco di ciascun incarico viene evidenziato se lo stesso sia già stato riscontrato a seguito dell’incrocio dei dati presenti nel data base ministeriale, per gli incarichi relativi alle estrazioni dall’elenco, o per quelli più datati, dell’interrogazione diretta all’ente locale indicato come soggetto deliberante dell’incarico di revisione.
Detta verifica avviene nel rispetto della normativa vigente che prevede che i dati autocertificati dai revisori siano controllati dall’ufficio ai sensi dell’art. 71 del D.P.R. n.445, come da ultimo modificato con il decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (“I controlli riguardanti dichiarazioni sostitutive di certificazione sono effettuati dall’amministrazione procedente con le modalità’ di cui all’articolo 43 consultando direttamente gli archivi dell’amministrazione certificante ovvero richiedendo alla medesima, anche attraverso strumenti informatici o telematici, conferma scritta della corrispondenza di quanto dichiarato con le risultanze dei registri da questa custoditi.”).
Si tratta di un tipo di controllo che per la particolare complessità viene dilazionato nel tempo a differenza di quello effettuato sugli altri dati dichiarati dai revisori in sede di iscrizione all’Elenco annuale (anzianità di iscrizione agli albi professionali e crediti formativi) che opera direttamente tramite l’incrocio delle banche dati.
Ad oggi, dei n. 15.991 incarichi dichiarati dai revisori per l’accesso alle fasce 2 e 3 dell’elenco in vigore dal 1° gennaio 2020 ne sono stati riscontrati n. 8.071, gli altri sono in istruttoria per la verifica e gli eventuali provvedimenti da assumere a carico dei revisori in caso di mancato riscontro.

Edilizia Scolastica: il riparto delle risorse assegnate ai Dirigenti scolastici per l’avvio dell’anno scolastico

Il Decreto 34/2020 “Decreto Rilancio” all’art. 231 comma 1 incrementa di 331 milioni di euro il fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, assegnato direttamente ai Dirigenti Scolastici al fine di assicurare la ripresa dell’attività scolastica in condizioni di sicurezza e di garantire lo svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021 in modo adeguato alla situazione epidemiologica.

In allegato si pubblica il riparto, Regione per Regione, dei Fondi che verranno attribuiti direttamente alle Scuole e che saranno utilizzati dai Dirigenti scolastici.

Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia-Romagna
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Toscana
Umbria
Veneto

 

SIOPE, contabilizzazione dell’anticipazione di liquidità

Con la FAQ 31 del 7 luglio 2020 il MEF-SIOPE spiega come codificare l’anticipazione di liquidità prevista dal DL n. 34/2020 (decreto Rilancio) per il pagamento dei debiti commerciali. La codifica da utilizzare per contabilizzare l’anticipazione di liquidità è per l’entrata E.6.03.01.01.999 “Accensione mutui e altri finanziamenti a medio lungo termine da altre Amministrazioni Centrali n.a.c.”, mentre per la spesa è U.4.03.01.01.999 “Rimborso mutui e altri finanziamenti a medio lungo termine a altre Amministrazioni Centrali n.a.c.”.
Resta ferma la contabilizzazione dell’operazione secondo le modalità previste dal principio applicato della contabilità finanziaria, al paragrafo 3.20-bis, che richiedono la costituzione del Fondo anticipazione di liquidità, come di seguito evidenziate:

  1. le entrate derivanti dall’anticipazione sono accertate nel titolo 6 delle entrate “Accensione di prestiti”;
  2. nel titolo 4 di spesa, riguardante il rimborso dei prestiti, è iscritto un fondo anticipazione di liquidità, di importo pari alle anticipazioni di liquidità accertate nell’esercizio, non impegnabile e pagabile, destinato a confluire nel risultato di amministrazione, come quota accantonata;
  3. a seguito dell’incasso dell’anticipazione, le rate annuali di rimborso dell’anticipazione sono impegnate con imputazione a ciascuno degli esercizi in cui devono essere pagate (la quota capitale nel titolo 4 del rimborso prestiti e la quota interessi nel titolo 1 delle spese correnti). Per gli esercizi ancora non gestiti, si predispone l’impegno automatico, sempre sulla base del piano di ammortamento dell’anticipazione;
  4. il fondo di cui alla lettera b) è iscritto in entrata del bilancio dell’esercizio successivo, come quota del risultato di amministrazione presunto allegato al bilancio di previsione, per un importo corrispondente al fondo risultante dal relativo prospetto dimostrativo, ed è reiscritto in spesa al netto del rimborso dell’anticipazione effettuato nell’esercizio.

Tali modalità operative devono essere seguite fino all’integrale rimborso delle anticipazioni ed essere rappresentate in ciascuno degli esercizi del bilancio di previsione. Nel prospetto degli equilibri, le entrate derivanti da anticipazioni di liquidità partecipano all’equilibrio di parte corrente. A tal fine sono imputate alla voce “Entrate per accensioni di prestiti destinate all’estinzione anticipata di prestiti”.
I codici SIOPE sopra indicati riguardano la reversale relativa all’incasso dell’anticipazione di liquidità nel 2020 e i mandati di pagamento della quota capitale a partire dall’esercizio 2022. Per il fondo anticipazione di liquidità non sono previsti i codici SIOPE in quanto su tale stanziamento non si impegna e non si paga.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

Contributi per manutenzione di opere pubbliche per gli enti sciolti per infiltrazioni mafiose

Il Ministero dell’Interno, con comunicato del 10 luglio, informa che l’articolo 1, comma 277, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 ha previsto che al fine di consentire la realizzazione e la manutenzione di opere pubbliche negli enti locali che si trovano nella condizione di scioglimento ai sensi dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (TUOEL), approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nello stato di previsione del Ministero dell’interno sia istituito un fondo con una dotazione iniziale di 5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2018.
Con D.M. 26 giugno 2020, pubblicato sul sito della Direzione Centrale della Finanza Locale visualizzabile nelle risorse correlate, si è provveduto al riparto del predetto fondo di 5 milioni di euro quale annualità 2020. L’allegato A del D.M. contiene tutti gli elementi utilizzati per il riparto stesso e l’entità del contributo assegnato a ciascun ente.
Con successivo provvedimento dirigenziale datato 6 luglio 2020 è stata disposta l’erogazione delle risorse finanziarie assegnate a ciascun comune.
Con l’occasione il Ministero raccomanda la celerità nell’utilizzo delle risorse stesse ed il rispetto delle disposizioni dell’articolo 158 del predetto T.U.O.E.L. in materia di rendicontazione di contributi straordinari.
Riguardo tale ultimo aspetto si ritiene che l’adempimento possa essere assolto inviando alla  Direzione Centrale un apposito quadro economico sintetico dell’utilizzo del contributo ricevuto, opportunamente integrato da una breve nota descrittiva, in termini di efficienza ed efficacia, dell’intervento e/o degli interventi effettuati.
I comuni che hanno già beneficiato del contributo in esame nelle precedenti annualità e non abbiano presentato il rendiconto sono invitati ad assolvere a detto adempimento con la massima sollecitudine.
La mancata presentazione del rendiconto comporta la restituzione del contributo straordinario assegnato.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION

Fondo funzioni fondamentali, Anci chiede certezza sui tempi di erogazione

Ricevere al più presto i 2,1 miliardi di euro già previsti dal decreto Rilancio, a compensazione del minor gettito che i Comuni hanno registrato a seguito dell’emergenza Covid. Allo stesso tempo spingere per un incremento di risorse per un miliardo e mezzo, per arrivare a un totale di circa 4,5 miliardi, così da evitare ai Comuni seri problemi in fase di chiusura dei bilanci. E’ questa la posizione unitaria (e la richiesta al governo) che la commissione Finanza locale dell’Anci ha espresso al termine della riunione, in video conferenza, convocata per fare il punto sulla situazione finanziaria dei Comuni a quattro mesi dal primo provvedimento di lockdown dovuto all’emergenza Coronavirus.
“Nel dl 34 Rilancio – ha detto durante i lavori il delegato Anci alla finanza locale Alessandro Canelli – c’erano tre miliardi a noi destinati. Novecento sono stati erogati, gli altri 2,1 miliardi dovevano arrivare domani (10 luglio n.d.r.). Abbiamo certezza che così non sarà anche se i segnali che la situazione possa sbloccarsi a breve ci sono. Tuttavia – ha aggiunto Canelli -, secondo i nostri calcoli serve almeno un altro miliardo e mezzo, senza il quale molti saranno gli enti che a settembre avranno serie difficoltà a chiudere gli esercizi”.
I sindaci sono quindi preoccupati anche perché, con i tempi tecnici necessari, le risorse rischiano di arrivare a settembre in concomitanza con la riapertura delle scuole che, senza risorse sufficienti, sarà molto complicata. “Bisogna spingere affinché le risorse promesse arrivino il più presto possibile – ha detto da parte sua il presidente della commissione finanza locale Anci Mauro Guerra -, tenendo presente quanti e quali incombenze dovranno affrontare i Comuni. Ma oltre a questo dovremo discutere con il governo anche altre criticità, come le norme sulla ristrutturazione del debito e il meccanismo del fondo di solidarietà comunale che oggi prevede una perequazione tra Comuni per cui un comune vince e l’altro perde risorse. E’ un meccanismo che va cambiato – ha aggiunto Guerra – prevedendo una perequazione verticale sulla base di finanziamenti statali, come prevede la legge sul federalismo fiscale”.
La commissione finanza locale si è data quindi appuntamento a fine luglio “nella speranza che nel frattempo arrivino le risorse promesse, vitali per i nostri Comuni”.

 

Approvato dal Consiglio dei ministri il decreto-legge c.d. Semplificazioni

ll Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro per la pubblica amministrazione Fabiana Dadone, ha approvato il decreto legge che introduce misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale.
Il testo costituisce un intervento organico volto alla semplificazione dei procedimenti amministrativi, all’eliminazione e alla velocizzazione di adempimenti burocratici, alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, al sostegno all’economia verde e all’attività di impresa.

Il decreto interviene, in particolare, in quattro ambiti principali:

  • semplificazioni in materia di contratti pubblici ed edilizia
  • semplificazioni procedimentali e responsabilità
  • misure di semplificazione per il sostegno e la diffusione dell’amministrazione digitale
  • semplificazioni in materia di attività di impresa, ambiente e green economy.

Contratti pubblici ed edilizia
Tra le principali misure in materia di contratti pubblici, al fine di incentivare gli investimenti nel settore delle infrastrutture e dei servizi, si introduce in via transitoria, fino al 31 luglio 2021, una nuova disciplina degli affidamenti di lavori, servizi e forniture. Le nuove norme prevedono:
L’affidamento diretto per prestazioni di importo inferiore a 150.000 euro;
una procedura negoziata, senza bando, previa consultazione di un numero di operatori variabile sulla base dell’importo complessivo, per tutte le prestazioni di importo pari o superiore a 150.000 euro e inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria.
È previsto che l’aggiudicazione o l’individuazione definitiva del contraente avvenga entro due mesi, aumentati a quattro in specifici casi. Il mancato rispetto di tali termini, i ritardi nella stipulazione del contratto e quelli nell’avvio dell’esecuzione dello stesso possono essere valutati ai fini della responsabilità del responsabile unico del procedimento per danno erariale e, qualora imputabili all’operatore economico, costituiscono causa di esclusione dello stesso dalla procedura o di risoluzione del contratto. Si introducono, inoltre, disposizioni volte ad accelerare i contratti sopra soglia, prevedendo in particolare che l’aggiudicazione o l’individuazione definitiva del contraente debba avvenire entro il termine di sei mesi dall’avvio del procedimento.  Inoltre, si prevede che la pendenza di un ricorso giurisdizionale non costituisca giustificazione adeguata per la mancata stipulazione del contratto nel termine previsto e, per le opere di rilevanza nazionale o sopra le soglie comunitarie, le sospensioni nell’esecuzione potranno essere stabilite dalle parti o dalle autorità giudiziarie solo in casi ben specificati. Sarà poi obbligatorio costituire collegi consultivi tecnici con il compito di risolvere rapidamente le controversie e le dispute tecniche che potrebbero bloccare gli appalti e, per evitare che la mancanza di risorse blocchi i cantieri, viene creato un apposito Fondo, che potrà finanziare temporaneamente le stazioni appaltanti. Infine, si semplificano e si uniformano le procedure di nomina dei Commissari straordinari per le opere di maggiore complessità o più rilevanti per il tessuto economico, sociale e produttivo.
In ambito edilizio, si provvede alla semplificazione degli interventi di demolizione e ricostruzione e delle procedure di modifica dei prospetti degli edifici; all’accelerazione dei termini di svolgimento delle procedure edilizie tramite una conferenza di servizi semplificata per acquisire l’assenso delle altre amministrazioni; al rafforzamento degli incentivi per gli interventi di rigenerazione urbana, con la riduzione del contributo di costruzione da pagare al Comune; alla proroga della validità dei titoli edilizi; alla previsione del rilascio su richiesta dell’interessato circa l’intervenuta formazione del silenzio assenso da parte dello sportello unico edilizia (SUE).

Procedimenti e responsabilità degli amministratori
Per quanto riguarda la semplificazione dei procedimenti si prevede che, per la maggior parte degli adempimenti burocratici, scaduti i termini previsti dalla legge, valga la regola del silenzio-assenso, con inefficacia degli atti tardivamente intervenuti.
Si introduce la conferenza di servizi semplificata, con la compressione dei tempi: tutte le amministrazioni coinvolte dovranno rispondere entro 60 giorni. Inoltre, le amministrazioni dovranno misurare la durata effettiva dei procedimenti di maggiore impatto per cittadini e imprese, confrontarli con i termini previsti dalla legge e pubblicarli. Si introducono semplificazioni per favorire la partecipazione di cittadini e imprese ai procedimenti amministrativi telematici, introducendo il principio generale che le pubbliche amministrazioni devono erogare i propri servizi in digitale e che i cittadini devono poter consultare gli atti in forma digitale.
Si tagliano anche i costi della burocrazia, prevedendo che, sia per le norme primarie che per i decreti attuativi, nel caso si introducano nuovi costi regolamentari, si debbano eliminare altri oneri di pari valore, oppure rendere i nuovi costi introdotti fiscalmente detraibili.
Si introduce per il periodo 2020-2023, l’Agenda della semplificazione amministrativa, definita secondo le linee di indirizzo condivisa fra, Stato, Regioni, Province autonome ed enti locali e si prevede la definizione di una modulistica standard in tutto il Paese per la presentazione di istanze, dichiarazioni e segnalazioni da parte dei cittadini.
Sul fronte della responsabilità degli amministratori pubblici, si prevede, fino al 31 luglio 2021, la limitazione della responsabilità per danno erariale al solo dolo per quanto riguarda le azioni, mentre resta invariata per quanto riguarda le omissioni, in modo che i funzionari siano chiamati a rispondere in misura maggiore per eventuali omissioni o inerzie, piuttosto che nel caso di condotte attive. Inoltre, la fattispecie del dolo viene riferita all’evento dannoso e non alla sola condotta, viene rafforzata il controllo concomitante da parte della Corte dei conti per accelerare le spese di investimento pubblico e viene definito in modo più puntuale il reato di abuso d’ufficio, affinché i funzionari pubblici abbiano certezza su quali sono gli specifici comportamenti puniti dalla legge.

Diffusione dell’amministrazione digitale
In merito alla cittadinanza digitale e allo sviluppo dei servizi digitali della PA, si prevede: l’accesso a tutti i servizi digitali della PA tramite SPID, Carta d’identità digitale (CIE) e tramite AppIO su smartphone; il domicilio digitale per i professionisti, anche non iscritti ad albi; la semplificazione e il rafforzamento del domicilio digitale per i cittadini; la presentazione di autocertificazioni, istanze e dichiarazioni direttamente da cellulare tramite AppIO; semplificazioni per il rilascio della CIE; una piattaforma unica di notifica digitale di tutti gli atti della PA e via PEC degli atti giudiziari; la semplificazione della firma elettronica avanzata; il sostegno per l’accesso delle persone con disabilità agli strumenti informatici; regole omogenee per tutte le PA per gli acquisti informatici, la formazione digitale dei dipendenti pubblici e la progettazione dei servizi digitali ai cittadini; la semplificazione e il rafforzamento dell’interoperabilità tra banche dati pubbliche e misure per garantire piena accessibilità e condivisione dei dati tra le PA; la semplificazione e il rafforzamento della Piattaforma digitale nazionale dati, finalizzata a favorire l’utilizzo del patrimonio informativo pubblico. Si introdurre misure per l’innovazione, volte a semplificare e favorire le iniziative innovative e, in particolare misura, le sperimentazioni mediante l’impiego delle tecnologie emergenti.

Semplificazioni in materia di imprese, ambiente e green economy
Per le imprese, si prevedono: la semplificazione e la velocizzazione dei lavori sulle infrastrutture di rete per le comunicazioni elettroniche e la banda larga; l’aumento dell’importo di erogazione in un’unica soluzione della “Nuova Sabatini” (contributi alle imprese per il rimborso di prestiti destinati a investimenti in beni strumentali) e la semplificazione del medesimo incentivo per le imprese del Mezzogiorno; la semplificazione delle procedure per la cancellazione dal registro delle imprese e per lo scioglimento degli enti cooperativi; il rafforzamento del sistema di monitoraggio degli investimenti pubblici, la semplificazione delle attività del CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) e quella delle erogazioni dei contributi pubblici nel settore dell’agricoltura; la possibilità per le società per azioni quotate di prevedere aumenti di capitale in deroga rispetto alla disciplina del codice civile.
In tema di sostegno alla tutela dell’ambiente e alla green economy, il decreto introduce la razionalizzazione delle procedure di valutazione d’impatto ambientale (VIA) associate alle opere pubbliche; l’esclusione dall’obbligo di assoggettabilità alla VIA e al regime dei beni e interessi culturali per interventi urgenti di sicurezza sulle dighe esistenti prescritti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che non trasformino in maniera significativa gli sbarramenti; la semplificazione delle procedure per interventi e opere nei luoghi oggetto di bonifica nei Siti di Interesse Nazionale (SIN); la velocizzazione dei tempi di assegnazione dei fondi contro il dissesto idrogeologico ai commissari; la razionalizzazione degli interventi nelle Zone Economiche Ambientali; semplificazioni in materia di interventi su progetti o impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile, nonché per realizzare punti e stazioni di ricarica per veicoli elettrici; una nuova disciplina sui trasferimenti di energia rinnovabili dall’Italia agli altri Paesi europei, con benefici per le casse dello Stato; l’estensione ai piccoli Comuni (fino a 20.000 abitanti) del meccanismo dello “scambio sul posto altrove” per incentivare l’utilizzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili; un piano straordinario di manutenzione del territorio forestale e montano per soddisfare le esigenze di miglioramento della qualità delle superfici forestali secondo direttrici incentivanti e di semplificazione; semplificazioni per il rilascio delle garanzie pubbliche da parte di SACE a favore di progetti del green new deal.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION