Indagine Anac sul conflitto di interesse negli affidamenti diretti

L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha condotto un’indagine sulla gestione del conflitto di interessi negli affidamenti diretti da parte di comuni e enti locali, avvalendosi delle informazioni della Banca Dati Anac. Diverse le criticità riscontrate. In alcuni casi, la dichiarazione è stata completamente omessa oppure è stata rilasciata “postuma”, solamente al fine di riscontrare la richiesta istruttoria dell’Autorità. In altri casi, è emerso che le dichiarazioni sono state rilasciate da soggetti diversi da quelli obbligati (esempio dal segretario comunale per conto del RUP oppure, addirittura, solo dall’affidatario, in luogo del personale della stazione appaltante).

Nella maggior parte dei casi, le dichiarazioni trasmesse all’Autorità sono firmate in analogico, anziché con firma digitale, e/o risultano non protocollate. In nessun caso è stata dichiarata una situazione di potenziale conflitto di interesse, ancorché la dichiarazione fosse presente, seppure con modalità non adeguate.
Le criticità riscontrate evidenziano per l’Autorità una sostanziale inadeguatezza nella gestione del conflitto di interesse da parte degli enti locali. La gestione del conflitto di interesse, oltre ad essere disciplinato espressamente dall’art. 42 d.lgs. 50/2016, costituisce una ordinaria misura di prevenzione della corruzione, prevista dal DPR 62/2013, oltre che dai piani di prevenzione della corruzione e dai piani integrati di attività e organizzazione delle singole amministrazioni.

In conclusione, devono richiamarsi tutte le stazioni appaltanti al puntuale rispetto della normativa in tema di conflitto di interessi, intesa anche quale misura di prevenzione del rischio corruttivo, in particolare riferimento agli affidamenti diretti, caratterizzati dalla sostanziale assenza di confronto competitivo. In questo contesto, si ricorda in particolare alle stazioni appaltanti la necessità di raccogliere per ogni affidamento le dichiarazioni di insussistenza del conflitto di interesse del responsabile unico del procedimento. Queste dichiarazioni dovranno essere protocollate all’atto dell’accettazione dell’incarico e conservate dalla stazione appaltante, che dovrà provvedere a controllarne a campione la veridicità.

 

La redazione PERK SOLUTION

Indagine Anac sulla prevenzione della corruzione

Difficoltà nell’effettuare la rotazione del personale a causa del numero ridotto di dipendenti in organico e delle resistenze ai cambiamenti; carenza di sensibilità verso il conflitto di interessi; mancanza dei controlli necessari all’applicazione del divieto di pantouflage; problemi con l’informatizzazione; ostacoli a garantire l’aggiornamento dei dati sulla trasparenza. Sono solo alcune delle criticità riscontrate dai Responsabili della prevenzione della corruzione (Rpct) nell’attuare le misure di trasparenza e anticorruzione all’interno della Pubblica amministrazione italiana. È quanto emerso dall’indagine effettuata da Anac tra gli Rpct.

Le problematicità accomunano sia le grandi e medie amministrazioni che le piccole anche se dall’esame dei questionari è nei piccoli enti che è più ampia (il 24%) la fetta di chi considera i doveri correlati alla prevenzione della corruzione come meri adempimenti formali che non migliorano il funzionamento dell’amministrazione. Tra le grandi amministrazioni esaminate solo in nove enti i dipendenti vivono l’anticorruzione come un appesantimento burocratico fine a se stesso. Anac tuttavia ritiene che la scarsa sensibilità della struttura verso la materia dell’anticorruzione – seppure rilevata in pochi casi – sia per lo più dettata da una non profonda conoscenza della disciplina e delle sue finalità. Una maggiore diffusione della cultura della legalità all’interno degli enti, dunque, secondo l’Autorità, potrebbe certamente incrementare il livello di interesse dei dipendenti. Tra le grandi amministrazioni sono stati esaminati 56 riscontri pervenuti (circa il 19%), di cui 31 inviati dagli enti campionati e 25 selezionati tra quelli che hanno aderito volontariamente all’iniziativa: si tratta di 8 Università; 14 Comuni e 2 Città Metropolitane; 2 Camere di Commercio; 27 soggetti appartenenti ad altre tipologie di enti; 3 Ministeri. Cinquantacinque i riscontri esaminati (circa il 19%) nelle piccole amministrazioni. Si tratta di: 27 piccoli comuni; 13 società pubbliche; 15 soggetti appartenenti ad altre tipologie di enti (enti pubblici, ordini professionali ecc.).

Sia nelle piccole che nelle grandi amministrazioni dall’analisi dei dati si evince la propensione ad individuare l’Rpct tra le figure dirigenziali. In molti casi la competenza acquisita in materia di anticorruzione e trasparenza e – nel caso dei piccoli enti le ridotte dimensioni e le poche figure dirigenziali disponibili – comportano un rinnovo quasi automatico dell’incarico con superamento del triennio nell’80% dei casi. Le criticità segnalate nell’indagine Anac sono: numero assai ridotto dei dipendenti in organico; resistenze di vario genere ai cambiamenti; specificità delle competenze e carenza di risorse alternative con pari competenze; difficoltà di programmare la rotazione in modo pluriennale. Problemi anche con l’informatizzazione: dai questionari esaminati emerge scarsa disponibilità di software adeguati; mancanza di profili idonei e limitata propensione del personale alla gestione informatizzata dei processi; costi eccessivi.

Problemi con la trasparenza per la difficoltà a garantire l’aggiornamento tempestivo dei dati, anche per la scarsa efficienza del sistema di tracciamento del flusso informativo; eccessiva mole della documentazione da pubblicare; poca formazione e scarsa gestione flussi informatizzati. Sono pochissimi i casi di conflitti di interessi e pantouflage rilevati.

 

Anbsc, concluso il ciclo di conferenze di servizi per l’assegnazione di oltre 2000 beni confiscati

L’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) ha concluso lo scorso 6 dicembre l’ultimo ciclo di Conferenze di Servizi indette per l’anno 2022.

Negli ultimi due mesi si sono tenute, in videoconferenza, dieci riunioni che hanno visto il coinvolgimento di 13 Regioni, 57 tra Province e Città Metropolitane e 224 Comuni nel corso delle quali sono stati proposti agli Enti Locali e Statali 2.166 cespiti e raccolte manifestazioni di interesse per 976 beni.

Nella giornata del 15 Dicembre si è tenuta una seduta del Consiglio Direttivo dell’ANBSC che ha portato alla destinazione di quasi 1000 beni, di cui 965 agli Enti Locali; di questi 755 saranno utilizzati per finalità sociali quali alloggi di emergenza per contrastare la violenza domestica e per il supporto a persone anziane e disabili, 170 saranno destinati a finalità istituzionali come la creazione di edifici scolastici ed uffici comunali e circa 40 saranno destinati a fronteggiare l’emergenza abitativa. Ulteriori beni, all’esito dell’acquisizione delle delibere e del progetto d’uso da parte degli Enti Locali, saranno sottoposti al Consiglio Direttivo dell’Agenzia. Inoltre, circa 20 cespiti sono stati destinati alle Forze di Polizia per alloggi di servizio del personale.

Prosegue quindi l’intensa attività dell’Anbsc che, in sinergia con prefetture, enti locali e statali, si adopera per far sì che i beni sottratti alle mafie tornino a diventare patrimonio della collettività.

 

La redazione PERK SOLUTION

Codice di comportamento dei dipendenti: Agid avvia una consultazione pubblica

L’Agenzia per l’Italia Digitale ha messo online la bozza di codice di comportamento che intende adottare e ha attivato un indirizzo di posta elettronica a cui tutti possono inviare osservazioni e suggerimenti. C’è tempo fino al 31 dicembre 2022 per inviare commenti e proposte di modifica al codice di comportamento dei dipendenti che Agid adotterà nelle prossime settimane. L’obiettivo del codice, che integra quello nazionale approvato con DPR il 16 aprile 2013, è quello di elevare lo standard di professionalità di chi lavora presso l’Agenzia per l’Italia Digitale ed evitare condotte che si pongano in contrasto con le disposizioni di legge e con i valori che l’ente intende promuovere.

Agid, infatti, è impegnata nel contrasto verso ogni discriminazione, nella promozione dell’onestà intellettuale e morale, della correttezza e della lealtà nei rapporti personali e professionali di tutti i dipendenti e collaboratori. Il codice di comportamento rappresenta, quindi, un presidio per la prevenzione e il contrasto della corruzione e una bussola per l’orientamento del comportamento dei dipendenti e dei collaboratori.

Il Codice definisce le regole di comportamento alle quali tutti il personale e i collaboratori a vario titolo dell’Agenzia sono tenuti a uniformarsi nello svolgimento della propria attività istituzionale e nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative con pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, con osservanza dei doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e ispirandosi ai principi di buona condotta e decoro.

Il testo, tra gli altri aspetti, disciplina l’adesione e la partecipazione ad associazioni e organizzazioni i cui ambiti di interesse possono interferire con lo svolgimento delle attività dell’Agenzia, i comportamenti da tenere in situazioni di potenziale conflitto di interesse o quando si viene a conoscenza di condotte illecite, l’utilizzo delle risorse materiali e strumentali e i rapporti con il pubblico e con i mezzi di informazione.

 

 

La redazione PERK SOLUTION

Whistleblowing: Approvato il decreto per il recepimento della direttiva europea

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 9 dicembre 2022, ha approvato il decreto legislativo per il recepimento della Direttiva UE 1937/2019 in materia di whistleblowing.

La direttiva disciplina la protezione dei whistleblowers (o “segnalanti” nella traduzione italiana del testo) all’interno dell’Unione, mediante norme minime di tutela, volte a uniformare le normative nazionali, tenendo conto che coloro che segnalano minacce o pregiudizi al pubblico interesse di cui sono venuti a sapere nell’ambito delle loro attività professionali esercitano il diritto alla libertà di espressione. Lo scopo delle norme è di rafforzare i principi di trasparenza e responsabilità e di prevenire la commissione dei reati. L’ambito è limitato alle violazioni della normativa comunitaria nei settori espressamente indicati (tra questi: appalti pubblici, servizi finanziari, sicurezza dei prodotti e dei trasporti, ambiente, alimenti, salute pubblica, privacy, sicurezza della rete e dei sistemi informatici, concorrenza). La direttiva prevede una tutela per il whistleblower senza differenziazione tra settore pubblico e settore privato.

Oltre all’obbligo di riservatezza riguardo all’identità del segnalante, delle persone coinvolte e del segnalato, si prevedono il divieto di ritorsione, con una esemplificazione delle fattispecie ritorsive, e misure di sostegno in favore della persona segnalante, che consistono in informazioni, assistenza e consulenze a titolo gratuito sui diritti della persona coinvolta e sulle modalità e condizioni di accesso al patrocinio a spese dello Stato.

 

La redazione PERK SOLUTION

Convocazione del consiglio comunale da parte del sindaco e integrazione ordine del giorno: decorrenza termini

L’istanza d’integrazione dell’ordine del giorno del consiglio comunale da parte del sindaco deve intendersi quale richiesta d’inserimento degli argomenti proposti, ex art. 39, c. 2, TUEL, e il dies a quo per la decorrenza dei termini è individuato nella data della prima richiesta. È questa la risposta del Ministero dell’interno del 30 novembre u.s., ad una richiesta di parere di una Prefettura. In particolare, è stato rappresentato che il presidente del consiglio comunale ha omesso di integrare l’ordine del giorno del consiglio comunale, convocato per i giorni 4 e 5 novembre u.s., secondo quanto richiesto dal sindaco con nota in data 31 ottobre u.s., ed ha successivamente rassegnato le dimissioni in data 15 novembre 2022. Anche il consigliere anziano, subentrato al presidente dimissionario, a seguito della reiterata richiesta del sindaco del 18 novembre u.s., ha omesso di integrare l’ordine del giorno del consiglio, convocato per i giorni 24 e 25 novembre u.s., con gli argomenti indicati dal sindaco.

Ritenendo che l’originaria istanza di integrazione dell’ordine del giorno da parte del sindaco debba intendersi quale richiesta di inserimento all’ordine del giorno del consiglio comunale degli argomenti proposti dal primo cittadino, il Ministero condivide la valutazione della Prefettura circa l’individuazione del giorno della decorrenza dei termini nella data della prima richiesta, cioè il 31 ottobre 2022.

 

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Anac: prorogato al 15 gennaio 2023 il termine per la relazione annuale degli Rpct

Con comunicato del Presidente del 30 novembre 2022, al fine di consentire ai Responsabili della Prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) di svolgere adeguatamente tutte le attività connesse alla predisposizione della “Sezione anticorruzione e trasparenza” del PIAO o dei Piani triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza, l’Autorità ha valutato opportuno prorogare al 15 gennaio 2023 il termine ultimo per la predisposizione e la pubblicazione della Relazione annuale che i RPCT sono tenuti ad elaborare ai sensi dell’art. 1, co. 14, della legge n. 190/2012.

La proroga disposta mantiene carattere di eccezionalità e tiene conto della proroga al 30 giugno 2022 per l’approvazione del PIAO indicata dal Decreto Legge 30 aprile 2022, n. 36 e della previsione dell’art. 8, co. 3, del Decreto del Ministro della Funzione Pubblica 30 giugno 2022 n. 132 che prevede che “in sede di prima applicazione, il termine” del 31 gennaio “è differito di 120 giorni successivi a quello di approvazione del bilancio di previsione”.

Unitamente al Comunicato del Presidente è pubblicata la scheda per la redazione della relazione ed una nota di istruzioni. In alternativa gli Rpct che utilizzano la Piattaforma di acquisizione dei Piani Triennale di Prevenzione della Corruzione e Trasparenza possono usufruire del servizio di generazione automatica della relazione annuale dopo aver completato l’inserimento dei dati relativi ai Ptpct o alla sezione anticorruzione e trasparenza del PIAO e alle misure di attuazione.

 

La redazione PERK SOLUTION

Anac approva il Piano Nazionale Anticorruzione 2022

Il Consiglio dell’ANAC, nella seduta dello scorso 16 novembre, ha approvato il Piano Nazionale Anticorruzione 2022 (Pna), in attesa del parere del comitato interministeriale e Conferenza Unificata Stato regioni Autonomie locali. Il Piano è finalizzato a rafforzare l’integrità pubblica e la programmazione di efficaci presidi di prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni, puntando nello stesso tempo a semplificare e velocizzazione le procedure amministrative.

Il PNA è suddiviso in due parti.
Una parte generale, volta supportare i RPCT e le amministrazioni nella pianificazione delle misure di prevenzione della corruzione e della trasparenza alla luce delle modifiche normative sopra ricordate che hanno riguardato anche la prevenzione della corruzione e la trasparenza.
Una parte speciale, incentrata sulla disciplina derogatoria in materia di contratti pubblici a cui si è fatto frequente
ricorso per far fronte all’emergenza pandemica e all’urgenza di realizzare interventi infrastrutturali di grande interesse per il Paese. Detta parte, pur delineata nel quadro del vigente Codice dei contratti pubblici è prevalentemente ancorata ai principi generali di derivazione comunitaria contenuti nelle direttive. In ogni caso, essa sarà aggiornata laddove le future modifiche della normativa nazionale lo rendessero necessario.

L’Autorità ha voluto dedicare la prima parte del presente PNA ad indicazioni per la predisposizione della sezione del PIAO relativa alla prevenzione della corruzione e della trasparenza, con l’intento, sempre presente, di ridurre oneri per le amministrazioni e al contempo contribuire a migliorare i risultati delle attività delle amministrazioni al servizio dei cittadini e delle imprese.  L’Autorità ha introdotto semplificazioni, specie per le amministrazioni di piccole dimensioni. Già la disciplina sul PIAO ha previsto che per le amministrazioni con meno di 50 dipendenti si debba fare un piano semplificato. In questo l’Autorità è andata oltre prevedendo, salvo casi eccezionali indicati, un’unica programmazione per il triennio per tutti gli enti, non solo per quelli che adottano il PIAO ma anche per quelli tenuti al PTPCT o al MOG 231, con meno di 50 dipendenti e rafforzando, di contro, le attività di monitoraggio con soluzioni differenziate per enti da 1 a 15 dipendenti, da 16 a 30 e da 31 a 49.

 

La redazione PERK SOLUTION

Inconferibilità incarico di Responsabile Lavori Pubblici/ Patrimonio

L’Autorità Nazionale Anticorruzione, con delibera n. 550 del 16 novembre 2022, ha dichiarato inconferibile l’incarico di Responsabile del Settore Lavori Pubblici/Patrimonio affidato da un Comune ad un professionisti, in quanto lo stesso – fino al momento della nomina – ha svolto diversi incarichi professionali come direttore lavori di opere comunali a favore del Comune che l’ha nominato, specialmente nel periodo dei due anni antecedenti il conferimento dell’incarico.

La nomina era avvenuta dopo che alla procedura di affidamento dell’incarico secondo le caratteristiche richieste dal Comune, aveva partecipato un solo professionista, lo stesso che aveva eseguito lavori per il Comune negli anni precedenti l’incarico, come direttore dei lavori di opere e coordinatore della sicurezza. Come rilevato nell’atto di avvio del procedimento, l’assunzione dell’incarico di Responsabile dell’UTC V Settore “Lavori pubblici/patrimonio” presso il Comune potrebbe astrattamente integrare l’ipotesi di inconferibilità di cui all’art. 4 d.lgs. 39/2013 rispetto ai precedenti incarichi dallo stesso svolti a favore dell’Ente nei due anni antecedenti.
L’art. 4, co. 1 lett. c), d.lgs. 39/2013 dispone che “A coloro che, nei due anni precedenti, abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato o finanziati dall’amministrazione o dall’ente pubblico che conferisce l’incarico ovvero abbiano svolto in proprio attività professionali, se queste sono regolate, finanziate o comunque retribuite dall’amministrazione o ente che conferisce l’incarico, non possono essere conferiti:
c) gli incarichi dirigenziali esterni, comunque denominati, nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici che siano relativi allo specifico settore o ufficio dell’amministrazione che esercita i poteri di regolazione e finanziamento”.
La ratio sottesa alla disposizione in esame è quella di assicurare che i pubblici funzionari agiscano al solo fine di perseguire e massimizzare l’interesse pubblico dominante senza che taluni interessi privati condizionino illegittimamente l’azione amministrativa.

Anac, approvato il Piano Nazionale Anticorruzione 2022

Anac ha approvato definitivamente il Piano nazionale Anticorruzione (Pna) 2022, che avrà validità per il prossimo triennio. Il testo è stato trasmesso al Comitato interministeriale e alla Conferenza unificata e, dopo il loro visto, diverrà operativo, presumibilmente dal mese di dicembre 2022.

Il Piano è finalizzato a rafforzare l’integrità pubblica e la programmazione di efficaci presidi di prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni, puntando però nello stesso tempo a semplificare e velocizzazione le procedure amministrative. Tra le novità previste, va segnalato un rafforzamento dell’antiriciclaggio, impegnando i responsabili della prevenzione della corruzione a comunicare ogni tipo di segnalazione sospetta in cui potessero incorrere all’interno della pubblica amministrazione, e delle stazioni appaltanti.

In merito alla disciplina del pantouflage, le cosiddette “porte scorrevoli” per cui il titolare di un incarico pubblico passa senza soluzione di continuità al privato in favore del quale ha emanato provvedimenti, Anac ha deciso di predisporre delle apposite Linee Guida sulle quali si sta già lavorando, che aiutino le pubbliche amministrazioni ad applicare con più fermezza e definizione il divieto stabilito dalla legge.

Altra novità del nuovo Piano è quella riguardante i Comuni più piccoli. Le amministrazioni con meno di 50 dipendenti non sono tenute a predisporre il piano anticorruzione ogni anno, ma ogni tre anni. Per tali Comuni vengono ridotti anche gli oneri di monitoraggio sull’attuazione delle misure del piano, concentrandosi solo dove il rischio è maggiore. Per quanto riguarda la trasparenza dei contratti pubblici, Anac ha rivisto le modalità di pubblicazione. Non dovranno più avvenire sui siti delle amministrazioni in ordine temporale di emanazione degli atti, ma ordinando le pubblicazioni per appalto, in modo che l’utente e il cittadino possano conoscere l’evolversi di un contratto pubblico, con allegati tutti gli atti di riferimento.

 

La redazione PERK SOLUTION