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Conversione DL Cura Italia, rinvio termini di approvazione bilancio e rendiconto

È in corso in Aula la discussione sulla questione di fiducia che il Governo ha preannunciato di porre sull’emendamento interamente sostitutivo del ddl n. 1766, di conversione del decreto-legge n. 18/2020 sulle misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza da COVID-19. La Commissione Bilancio, nella giornata di ieri ha concluso l’esame sugli emendamenti presentati conferendo il mandato al relatore.

Tra gli emendamenti approvati dalla Commissione, rileviamo:

  • il rinvio al 30 giugno dei termini di approvazione del rendiconto di gestione per gli enti locali e loro organismi strumentali destinatari delle disposizioni del titolo primo del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118. Per le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sono rinviati al 30 giugno 2020 e al 30 settembre 2020 i termini per l’approvazione del rendiconto 2019 rispettivamente da parte della Giunta e del Consiglio;
  • il rinvio al 31 luglio del termine per la deliberazione del bilancio di previsione, anche ai fini della contestuale deliberazione di controllo a salvaguardia degli equilibri di bilancio a tutti gli effetti di legge;
  • la possibilità di calcolare, a decorrere dal rendiconto 2020 e dal bilancio di previsione 2021, il fondo crediti di dubbia esigibilità delle entrate dei titoli 1 e 3 accantonato nel risultato di amministrazione o stanziato nel bilancio di previsione sulla base della percentuale di riscossione del quinquennio precedente con i dati del 2019 in luogo di quelli del 2020;
  • la possibilità di utilizzo dell’avanzo libero, anche nel corso dell’esercizio provvisorio, per una percentuale non superiore all’ottanta per cento, nel caso in cui l’organo esecutivo abbia approvato lo schema del rendiconto di gestione 2019 e l’organo di revisione ne abbia rilasciato la relazione ai sensi dell’articolo 239, primo comma, lett. d), del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
  • la deroga concessa per il solo esercizio 2020, per l’adozione, in via d’urgenza, delle variazioni al bilancio di previsione dall’organo esecutivo da ratificare, a pena di decadenza, da parte dell’organo consiliare entro i successivi novanta giorni e comunque entro il 31 dicembre dell’anno in corso se a tale data non sia scaduto il predetto termine;
  • la possibilità di non applicare al bilancio degli esercizi successivi il disavanzo di amministrazione, ripianato nel corso di un esercizio per un importo superiore a quello applicato al bilancio, determinato dall’anticipo delle attività previste nel relativo piano di rientro riguardanti maggiori accertamenti o minori impegni previsti in bilancio per gli esercizi successivi in attuazione del piano di rientro.

 Occorre evidenziare che ANCI E UPI hanno abbandonato la Conferenza Unificata convocata per ieri, 8 aprile 2020, in attesa degli sviluppi del tavolo tecnico-politico. “La capacità fiscale dei Comuni è drasticamente ridotta. Non per volontà di noi amministratori, né per volontà di cittadini e imprese che versano i tributi. È ridotta, se non in alcuni casi azzerata, per la situazione che si è creata con il blocco delle attività economiche a seguito dell’emergenza sanitaria. L’effetto di questo stato di fatto è che non abbiamo entrate ora e non ne vediamo il recupero neppure in prospettiva. Il governo deve prendere consapevolezza di questa situazione e deve far fronte già nel prossimo decreto alla richiesta di 5 miliardi che gli enti locali hanno avanzato da tempo. Non possiamo aspettare oltre: si tratta di garantire ai cittadini italiani i servizi che i Comuni erogano, a cominciare dal trasporto pubblico e dalla raccolta dei rifiuti”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. “I sindaci hanno dimostrato senso di responsabilità e senso delle istituzioni che rappresentano, fin dall’inizio di questa emergenza – continua Decaro. L’abbiamo fatto ben consapevoli che questo è quel che i cittadini si aspettano da noi: leale collaborazione con tutte le istituzioni della Repubblica. Tuttavia anche la nostra buona volontà si ferma davanti all’inagibilità finanziaria dei Comuni che ci impedisce di approvare i bilanci e di continuare a lavorare per le nostre comunità. Abbiamo fin qui fronteggiato il problema senza risorse aggiuntive attraverso gli accordi con Mef, Cdp e Abi sulle rate dei mutui, per garantirci liquidità, e un’anticipazione di trasferimenti da parte del governo per 4,3 miliardi. Ma non possiamo andare avanti così. Ne va della possibilità per i Comuni di sopravvivere. Senza risorse nuove e immediate, saremo costretti a interrompere i servizi”.

 

Autore: La redazione PERK SOLUTION