Impianti sportivi, Anac: I casi in cui è possibile l’affidamento diretto della gestione

Con il parere n. 33 dell’8 ottobre 2025, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) chiarisce i confini entro cui un’amministrazione può procedere all’affidamento diretto della gestione di un impianto sportivo, derogando alla regola dell’evidenza pubblica.

La possibilità esiste, ma solo al ricorrere di condizioni rigorose. In particolare, l’affidamento diretto è ammesso soltanto quando una unica associazione o società sportiva senza fini di lucro presenti di propria iniziativa al Comune una proposta di rigenerazione, riqualificazione o ammodernamento di un impianto sportivo non più funzionale.

La proposta deve essere corredata da un progetto preliminare e da un piano di fattibilità economico-finanziaria, e deve perseguire finalità di aggregazione e inclusione sociale e giovanile. Il valore dell’affidamento deve restare sotto la soglia comunitaria prevista dall’art. 14 del Codice dei contratti pubblici. Sul piano della trasparenza, l’ente locale è tenuto a pubblicare il progetto sul proprio sito istituzionale, assicurando la conoscibilità dell’iniziativa.

L’Anac sottolinea che la norma ha carattere eccezionale e comporta una deroga motivata all’evidenza pubblica, applicabile solo in presenza delle circostanze previste dall’art. 5 del D.Lgs. 38/2021, da esplicitare in modo puntuale nell’atto di affidamento.

Il presidente di Anac, Giuseppe Busìa, ha ricordato che l’intento dell’Autorità è andare incontro alle piccole realtà sportive di valore comunitario, senza sacrificare i principi di concorrenza, trasparenza e parità di trattamento, preannunciando ulteriori iniziative interpretative per armonizzare la disciplina con il D.Lgs. 36/2023 e le direttive europee del 2014 in materia di appalti e concessioni.

 

La redazione PERK SOLUTION

Conferenza Stato-città, rinviato l’esame sul Fondo di solidarietà comunale 2026

La Conferenza Stato-città del 23 ottobre 2025 ha rinviato l’esame sull’all’adozione della nota metodologica di alimentazione e riparto del Fondo di Solidarietà Comunale (FSC) 2026. Nel corso della seduta, l’ANCI ha richiesto il rinvio del punto in attesa della definizione del quadro normativo della manovra di bilancio, in quanto la determinazione del Fondo di solidarietà si fonda sull’aggiornamento – eventualmente oggetto anche di revisione metodologica – dei fabbisogni e delle capacità fiscali standard, argomenti che non sono ancora stati portati all’esame della Conferenza.

Il quadro degli interventi che coinvolgono i Comuni nell’ambito della legge di bilancio è ancora incompleto anche con riferimento a interventi auspicati ma non entrati nella stesura attualmente nota del ddl Bilancio, quali in primo luogo l’ipotesi di fuoriuscita di Roma Capitale dalla parte perequativa del FSC, che porterebbe indubbi benefici in termini di semplificazione e attenuazione degli squilibri orizzontali, considerando la dimensione e le caratteristiche peculiari di Roma.

Anci concorda sulla necessità di contenere i rischi di ritardo rispetto al termine di legge di emanazione del provvedimento (15 novembre), tuttavia la tempestività nella decisione deve essere esercitata sulla base di un quadro esaustivo, trattandosi del principale trasferimento ordinario per il comparto comunale. Si osserva inoltre che uno dei problemi principali risiede nell’eccessiva lunghezza dei tempi procedurali finali interni (controlli, firme) su cui sarebbe opportuna una riflessione specifica.

Nel merito del provvedimento, pur riconoscendo alcuni avanzamenti nel percorso di riforma del Fondo e di alimentazione con risorse statali, va sottolineata la tuttora persistente prevalenza del finanziamento orizzontale delle differenze di risorse indotte dalla perequazione (nel 2026 il finanziamento verticale copre il 42% degli sbilanci).

Ciò avviene, come più volte segnalato dall’Anci, in un contesto economico profondamente mutato, caratterizzato dall’elevata inflazione del 2022-2023 che spinge sui costi dei Comuni per servizi e oneri contrattuali, nonché dalla pressione dovuta alla crescita delle esigenze di assistenza sociale, a fronte della forte rigidità delle fonti di entrata propria.

 

Rimborso spese viaggio e soggiorno amministratori allineate a quelle dei dirigenti

In sede di Conferenza Stato-Città del 23 ottobre 2025 è stata sancita intesa sullo schema di decreto che aggiorna la disciplina dei rimborsi per le spese di viaggio e soggiorno sostenute dagli amministratori locali in occasione di missioni istituzionali, ai sensi dell’articolo 84 del decreto legislativo n. 267/2000.
Il provvedimento equipara le modalità di rimborso a quelle previste per i dirigenti dell’area funzioni locali, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Il decreto all’esame della Conferenza odierna, su richiesta dell’ANCI, aggiorna, dopo quattordici anni, i valori dei rimborsi delle spese di viaggio e di soggiorno di tutti gli amministratori locali, allineandoli a quelli del contratto collettivo nazionale dei dirigenti del comparto funzioni locali.

Il nuovo decreto – che è frutto di un proficuo lavoro dell’ANCI con i Ministeri interessati – individua i limiti, le modalità di documentazione e di rendicontazione nonché i criteri per la liquidazione di tali spese, nel rispetto dei principi di economicità, trasparenza e anche contenimento della spesa pubblica.

Secondo quanto riportato da Anci, l’articolo 2 introduce delle novità per la disciplina del rimborso delle spese di soggiorno. Per tale tipologia di spesa, il nuovo decreto non indica più gli importi specifici per il loro rimborso ma adotta i limiti indicati dal CCNL del personale dirigente dell’area funzioni locali. Il medesimo articolo, poi, disciplina le modalità di documentazione attestante l’effettivo sostenimento delle spese oggetto di rimborso, eliminando, dunque, il riferimento alle indennità di missione e ai tetti predeterminati quattordici anni fa senza alcun parametro oggettivo quale è quello del contratto collettivo dei dirigenti del comparto delle funzioni locali. La nuova norma, dunque, elimina la sperequazione fra trattamenti di missione di amministratori locali e dirigenti del comparto delle funzioni locali.

Il decreto sostituisce il previgente decreto del Ministro dell’Interno e del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 4 agosto 2011.

La redazione PERK SOLUTION

Legge di bilancio 2026, il testo trasmesso al Parlamento

Pubblichiamo il testo della legge bilancio 2026, bollinata dalla Ragioneria Generale dello Stato, trasmessa al Parlamento per l’avvio del percorso che porterà alla sua approvazione entro la fine dell’anno. Il disegno di legge di bilancio è coerente con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica e con il percorso della spesa netta indicati nel Documento programmatico di finanza pubblica 2025 (DPFP 2025), approvato il 9 ottobre 2025 dalle Camere con apposite risoluzioni parlamentari.

La legge prevede un intervento di circa 18 miliardi medi annui, le disposizioni sono raccolte in 10 titoli.