Bilancio consolidato 2024: pubblicato lo schema di relazione dell’Organo di revisione

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), insieme alla Fondazione Nazionale Ricerca dei Commercialisti e in collaborazione con l’Associazione Nazionale Certificatori e Revisori degli Enti Locali (Ancrel), ha reso disponibile lo schema di relazione dell’Organo di revisione sulla proposta di delibera consiliare e sullo schema di bilancio consolidato per l’esercizio 2024.

La pubblicazione, consultabile e scaricabile dal portale del CNDCEC, si compone di:

  • uno schema di relazione in formato Word, con traccia redazionale strutturata e sezioni di contenuto da personalizzare;
  • un set di tabelle Excel, predisposte per l’inserimento dei dati finanziari utili alla relazione.

A supporto dell’attività dei revisori, viene inoltre messa a disposizione una check list operativa, che agevola lo svolgimento dei controlli richiesti nella fase di valutazione del bilancio consolidato, garantendo coerenza con la normativa vigente.

Lo schema si presenta come uno strumento di ausilio non vincolante, utile per orientare l’Organo di revisione nell’assolvimento dei propri compiti istituzionali, mantenendo comunque ferma la responsabilità individuale e professionale del revisore nella redazione della relazione definitiva.

La redazione PERK SOLUTION

Illegittima la previsione che obbliga il concorrente a partecipare a tutti e tre i lotti

Con la delibera n. 287 del 23 luglio 2025, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) è tornata a ribadire l’importanza del rispetto dei principi di concorrenza, trasparenza e accesso al mercato nelle procedure ad evidenza pubblica, sanzionando la clausola del disciplinare che imponeva ai concorrenti la partecipazione obbligatoria a tutti i lotti di una gara d’appalto.

L’intervento dell’Autorità si riferisce ad una procedura aperta telematica, indetta da una stazione appaltante di una regione del Sud Italia, avente ad oggetto l’esecuzione di interventi su un medesimo complesso edilizio destinato a Centri per l’Impiego, articolata in tre distinti lotti funzionali:

  • Lotto 1: adeguamento infrastrutturale (importo a base d’asta di €875.580);
  • Lotto 2: efficientamento energetico (€188.875);
  • Lotto 3: ristrutturazione, consolidamento statico e miglioramento sismico dell’ex Istituto Commerciale (€1.022.519).

Tuttavia, nonostante la suddivisione formale in lotti, il disciplinare prevedeva che la partecipazione fosse subordinata obbligatoriamente alla candidatura per tutti e tre i lotti, motivando tale vincolo con l’unitarietà dell’intervento, il coinvolgimento di più enti finanziatori e le stringenti tempistiche legate alla programmazione PNRR.

Anac ha qualificato tale previsione come illegittima, in quanto contraria alla disciplina contenuta nell’art. 58 del d.lgs. 36/2023, che impone alle stazioni appaltanti di suddividere gli appalti in lotti “al fine di favorire l’accesso delle microimprese e delle piccole e medie imprese” e vieta espressamente l’artificioso accorpamento di prestazioni. In particolare, il comma 3 della disposizione prevede che l’Amministrazione deve motivare l’eventuale mancata suddivisione e indicare i criteri seguiti nella determinazione dei lotti. Nel caso di specie, la previsione dell’obbligo di partecipazione a tutti i lotti, pur in presenza di una loro formale suddivisione, ha realizzato un accorpamento di fatto, elusivo della ratio pro-concorrenziale sottesa alla normativa nazionale ed europea.

L’Autorità ha richiesto l’annullamento dell’intera procedura, comprensiva di bando, disciplinare e atti consequenziali, concedendo alla stazione appaltante un termine di 15 giorni per l’adeguamento, con avvertenza di possibile impugnazione in caso di inadempienza. L’orientamento espresso rafforza un principio già consolidato nella giurisprudenza e nella prassi regolatoria: la corretta dimensione dell’oggetto dell’appalto è uno strumento essenziale per favorire la concorrenza, promuovere la partecipazione delle PMI e garantire l’equità e l’efficienza del mercato degli appalti pubblici.

La redazione PERK SOLUTION

Mense biologiche: Intesa in Conferenza unificata sul decreto di riparto 2025

Il 30 luglio 2025, la Conferenza Unificata ha sancito l’intesa sul decreto interministeriale MASAF-MIM (ancora in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) che dispone il riparto del Fondo per le mense biologiche per l’anno 2025. Il provvedimento, atteso da Comuni e Regioni, definisce la distribuzione delle risorse a favore delle amministrazioni locali, con l’obiettivo di ridurre i costi a carico delle famiglie e promuovere l’utilizzo di prodotti biologici nelle mense scolastiche.

Il fondo disponibile per l’anno 2025 ammonta a 4.603.603,00 euro, destinato ai Comuni attraverso due direttrici:

  • 3.959.098 euro (86%): ripartiti tra le Regioni sulla base del numero totale dei pasti erogati nel 2025, pari a 54.465.301. Le risorse, successivamente, vengono erogate ai Comuni in qualità di stazioni appaltanti, con la finalità di abbattere le tariffe applicate alle famiglie per i pasti scolastici;
  • 644.504,42 euro (14%): destinati a iniziative di promozione, sensibilizzazione e informazione nelle scuole sull’alimentazione biologica. La ripartizione di questa quota avviene sulla base della popolazione scolastica del 2024/2025 (7.124.686 studenti – fonte MIM). Le Regioni possono gestire direttamente tali risorse o trasferirle ai Comuni.

L’elenco completo dei Comuni beneficiari e dei relativi importi è allegato al decreto e costituisce parte integrante dello schema approvato in sede di Conferenza Unificata.

Nel corso dei lavori della Conferenza, l’ANCI ha espresso forte preoccupazione per la progressiva erosione della dotazione del fondo, che è passata da:

  • 10 milioni di euro (fino al 2019)
  • a 5 milioni (dal 2020 in poi)
  • fino agli attuali 4,6 milioni nel 2025
  • con una previsione ulteriore al ribasso a 3,8 milioni a decorrere dal 2026, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2024.

Una riduzione considerata non coerente con le finalità originarie del fondo, introdotto per sostenere concretamente le famiglie, favorire l’accessibilità ai servizi di refezione scolastica e promuovere la transizione ecologica nei consumi pubblici. Secondo ANCI, tale contrazione del fondo rischia di vanificare l’effetto calmierante sulle tariffe scolastiche, in un contesto di crescente inflazione alimentare e difficoltà socio-economiche per molte famiglie. La richiesta di un rifinanziamento strutturale del fondo resta quindi prioritaria per gli enti locali.

La redazione PERK SOLUTION