Donazioni alla PA solo se senza vantaggi diretti o indiretti per il donante

Con parere approvato il 9 luglio 2025, l’ANAC ha fornito importanti chiarimenti sulle condizioni di ammissibilità delle donazioni a favore di musei pubblici, rispondendo a una richiesta di un museo archeologico del Centro Italia. Secondo l’Autorità, un ente culturale può accettare atti di liberalità – cioè donazioni – solo se il donante non persegue alcun vantaggio economico, diretto o indiretto. La donazione deve essere coerente con l’interesse pubblico o collettivo e deve determinare un effettivo incremento del patrimonio del museo. Non rientrano tra le liberalità vere e proprie i contratti gratuiti stipulati con finalità strumentali o di scambio, che possono celare rischi di elusione delle regole di evidenza pubblica.

L’ANAC richiama le amministrazioni a una valutazione preventiva dei rischi corruttivi:

  • è essenziale verificare l’assenza di interessi economici del donante,
  • assicurare la trasparenza del procedimento, e valutare l’adozione di strumenti di regolamentazione e pubblicità, come:
    • un regolamento sulle liberalità con criteri e misure di prevenzione;
    • la pubblicazione degli atti nella sezione Amministrazione trasparente;
    • la stipula di convenzioni con impegni chiari tra le parti;
    • un prospetto periodico delle donazioni ricevute;
    • e, se utile, termini di standstill e dichiarazioni di provenienza lecita dei fondi.

Infine, l’ANAC sottolinea che i nominativi delle imprese coinvolte nella realizzazione della donazione non sono considerati dati personali, e possono quindi essere pubblicati per garantire la trasparenza dell’operazione. In sintesi: la donazione è ammissibile solo se è davvero “libera” e disinteressata, e il museo deve dotarsi di strumenti idonei a prevenire ogni forma di uso distorto o opaco di questi strumenti di sostegno privato.

 

La redazione PERK SOLUTION