Con parere anticorruzione approvato dal Consiglio del 23 settembre 2025, l’ANAC ha affrontato un caso di conflitto di interessi tra funzione istituzionale e ruolo economico-privato. La vicenda riguarda un Consigliere comunale che, contemporaneamente, riveste la carica di Amministratore Unico e Socio di un operatore economico partecipante a una procedura di concessione bandita dal medesimo Ente locale. A rendere ancor più evidente l’intreccio di posizioni è il fatto che il consigliere abbia presentato personalmente l’offerta a nome della società, partecipando così in prima persona a un procedimento amministrativo promosso dal Comune di cui è componente.
Secondo ANAC, tale situazione pone in modo chiaro una potenziale sovrapposizione di interessi tra il ruolo pubblico e quello privato. Il conflitto di interessi, spiega l’Autorità, si configura quando l’amministratore pubblico è portatore di interessi personali, economici o patrimoniali in grado di incidere, anche solo potenzialmente, sulla correttezza e imparzialità delle decisioni adottate nell’esercizio delle proprie funzioni.
ANAC ribadisce che, in casi simili, il consigliere comunale deve astenersi da ogni partecipazione alle fasi della procedura, anche se non direttamente deliberative. L’obbligo di astensione, di natura eminentemente preventiva, mira a evitare che la posizione personale dell’amministratore possa condizionare, anche indirettamente, il processo decisionale o creare disparità tra i concorrenti.
“Il vincolo dell’astensione opera in via assoluta, anche in presenza di un conflitto solo potenziale, al fine di tutelare la serenità di giudizio e l’imparzialità dell’azione amministrativa.” L’obbligo trova piena applicazione ogniqualvolta sussista una correlazione diretta e immediata tra l’interesse privato del titolare della carica e l’oggetto della decisione amministrativa, anche se la competenza formale all’adozione del provvedimento è in capo ad altri organi.
L’Autorità richiama inoltre un principio consolidato: non può ricoprire la carica di consigliere comunale chi ha parte, diretta o indiretta, in servizi, somministrazioni o appalti nell’interesse del Comune. Questo divieto si estende anche ai soci e amministratori di imprese che partecipano a gare o concessioni bandite dall’Ente, comprese quelle relative a beni pubblici che comportino vantaggi economici significativi.
Nel caso esaminato, la concessione di un locale pubblico da parte del Comune rientra potenzialmente nell’ambito dell’art. 63 TUEL, in quanto idonea a generare benefici patrimoniali per il soggetto partecipante. La circostanza che l’interessato abbia presentato personalmente l’offerta costituisce, secondo ANAC, un elemento che rafforza la connessione diretta con la procedura e quindi la rilevanza del conflitto.
La redazione PERK SOLUTION